I primi dati pubblicati dal CDC statunitense il 19 dicembre 2020, che prendono a riferimento la campagna vaccinale in UK, non sembrano promettere nulla di buono.
Ricordiamo che a partire dall'8 dicembre in Inghilterra è iniziata la somministrazione del vaccino, non ancora in possesso dell'autorizzazione all'immissione in commercio, prodotto dall'azienda Pfizer.
Su 112.807 somministrazioni al 18 dicembre 2020, come potete vedere qui sotto, ben 3.150 sono state le reazioni severe che hanno determinato "incapacità di svolgere le normali attività quotidiane, incapacità di lavorare, e hanno avuto bisogno di assistenza medica o sanitaria".
In pratica, il 2,8% dei riceventi il vaccino ha riportato problemi di salute invalidanti, tanto da non riuscire a lavorare o a svolgere nemmeno le minime attività normali nella vita quotidiana.
Il report in verità si sofferma in particolare sulle 6 reazioni anafilattiche riportate sinora, citando le azioni intraprese dal CDC in merito: coordinamento con l'FDA, discussioni con esperti, agenzie di controllo e altri sogggetti "del campo", la pubblicazione di un documento contenente le considerazioni sulla gestione del rischio di anafilassi nei centri vaccinazione (che trovate qui)...
Ma nel report emerge anche un'altra nota stonata: ben 514 sono le gravidanze in atto nelle vaccinate, il che non è un numero indifferente per un vaccino che è stato controindicato per le gravide, e dopo il quale è sconsigliato iniziare una gravidanza per almeno tre mesi dopo la somministrazione (stando alle raccomandazioni del comitato inglese per la vaccinazione JCVI). Sarà stato un incidente, una svista, o meglio 514 sviste, fatto sta che il vaccino è controindicato in gravidanza e allattamento, ciò nonostante evidentemente è stato somministrato a donne in garvidanza.
Di fatto, il Joint Committee on Vaccination and Immunisation (JCVI) inglese ha pubblicato le sue considerazioni aggiornate al 3 dicembre, prima dell'inizio della somministrazione del vaccino nel Paese, e riporta:
Gravidanza - Non ci sono ancora dati sulla sicurezza dei vaccini COVID-19 in gravidanza, né da studi sull'uomo né su animali. Data la mancanza di prove, JCVI favorisce un approccio precauzionale e attualmente non consiglia la vaccinazione COVID-19 in gravidanza. Le donne devono essere avvisate di non farsi avanti per la vaccinazione se possono essere incinte o stanno pianificando una gravidanza entro tre mesi dalla prima dose. Sono previsti dati che informeranno le discussioni sulla vaccinazione in gravidanza. JCVI li esaminerà non appena saranno disponibili.
Ecco, diciamo che a breve questi dati saranno disponibili, almeno per 514 casi.
Ricordiamo che, comunque, gli studi di farmacocinetica non vengono mai condotti, anzi è meglio forse dire che non vengono mai riportati, non essendo richiesti per l'autorizzazione dei vaccini che sono farmaci definiti "etici".
Tuttavia, il CDC soprendentemente ha inserito le gravide tra i soggetti che dovrebbero ricevere il vaccino (in accordo con la loro volontà, bontà loro), nel suo documento del 12 dicembre "Interim Clinical Considerations for Use of Pfizer-BioNTech COVID-19 Vaccine" edito dall'ACIP:
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Fonte: https://www.cdc.gov/vaccines/acip/meetings/downloads/slides-2020-12/slides-12-19/05-COVID-CLARK.pdf