L'epatite B (HBV) è un'infezione virale che colpisce il fegato e si trasmette tramite contatto diretto con sangue o altri fluidi corporei infetti.
I sintomi tipici dell'epatite B si manifestano solitamente dopo 90 giorni dall'infezione e possono includere febbre, affaticamento, perdita di appetito, nausea, vomito, dolori addominali, urine scure, feci pallide, dolori articolari e ittero (colorazione giallastra della pelle o degli occhi) (1).
Circa metà degli adulti e bambini oltre i cinque anni infetti mostrano sintomi, mentre molti bambini sotto i cinque anni non ne presentano(2).
Nonostante la maggior parte delle infezioni acute da epatite B non diventi cronica, se l'infezione persiste per sei mesi o più senza risolversi, può evolvere in malattie croniche del fegato, cancro epatico e portare alla morte(3).
La diagnosi di epatite B si effettua mediante un esame del sangue. Nelle fasi acute, è possibile rilevare un antigene di superficie del virus dell'epatite B (HBsAg) nel sangue, persistente da una settimana fino a nove settimane post-infezione. Chi supera l'infezione sviluppa anticorpi di superficie dell'epatite B (HBsAb), rilevabili nel sangue. Tali test possono impiegare fino a sei mesi per indicare se l'infezione si è risolta o è divenuta cronica (4). Coloro che guariscono da un'infezione acuta e eliminano il virus acquisiscono immunità permanente (5).
L'epatite B non è considerata altamente contagiosa. La trasmissione avviene principalmente attraverso il sangue e altri fluidi corporei, come sperma e secrezioni vaginali (6). Non si trasmette tramite starnuti, baci, condivisione di cibo o utensili, o allattamento (7). La trasmissione può spesso verificarsi in modo asintomatico (8).
I soggetti a maggior rischio di contrarre l'epatite B includono utilizzatori di droghe iniettabili, individui che hanno rapporti sessuali con persone infette, adulti sessualmente promiscui, residenti e personale di istituti di detenzione, operatori sanitari esposti a sangue, pazienti in emodialisi e neonati nati da madri infette(9).
Il rischio di trasmissione dell'epatite B da madre a neonato è basso, soprattutto grazie allo screening prenatale routinario delle donne in gravidanza per l'epatite B. I neonati di madri positive o di cui non si conosce lo stato sono trattati con immunoprofilassi, includendo le immunoglobuline per l'epatite B (HBIG) per prevenire la trasmissione(10).