Covid19

Covid: l'inquietante passo falso di Lancet sulla clorochina

Covid: l'inquietante passo falso di Lancet sulla clorochina

Dopo il ritiro dello studio che boccia il farmaco antimalarico, il dottor Andrea Mangiagalli, promotore del gruppo Medici in prima linea, denuncia le manovre che cercano di ostacolarne l'utilizzo sui malati di Covid-19. Un trattamento a bassissimo costo che, se usato in fase precoce come ha fatto il medico di base di Pioltello assieme a centinaia di colleghi, rischia di far inceppare la macchina che cerca di lucrare sulla pandemia. La pubblicazione su The Lancet dello studio firmato da un professore di Harvard, Mandeep Mehra, aveva spinto l'Organizzazione mondiale della sanità a interrompere la sperimentazione sull'idrossiclorochina. La decisione dell'Oms aveva a sua volta indotto le agenzie del farmaco di Italia e Francia a sospendere l'autorizzazione all'uso del farmaco antimalarico.

Riportiamo l'intervista uscita sul settimanale Panorama:

Dottor Mangiagalli, perché era perplesso su questo studio?
«Perché nessuno dei medici che in Italia ha utilizzato sul territorio la clorochina ha verificato la presenza di effetti collaterali gravi a livello a livello cardiaco e tanto meno un aumento della mortalità. E parliamo di migliaia di casi: oltre a noi di Milano, a usare sul territorio la clorochina c'è l'oncologo dell'ospedale di Piacenza Luigi Cavanna, che portava la clorochina a domicilio dei pazienti, i colleghi del modello Alessandria e molti altri medici che hanno utilizzato singolarmente questo schema. Per non citare di tutti gli ospedali che lo hanno usato estensivamente, in maniera pressoché totale, a partire dal Sant'Orsola di Bologna, dove il professor Pierluigi Viale suggeriva di somministrare "clorochina a nastro"».

Però lei un dubbio lo aveva avanzato, dicendo che la clorochina costa troppo poco e non genera alcun tipo di profitti.
«È vero, tanto che la stessa Sanofi, la multinazionale francese che lo produce, non si è mossa in modo aggressivo per promuovere il suo farmaco».

Forse era più redditizio, per Big Pharma, puntare sul vaccino o su nuovi farmaci da vendere a caro prezzo?
«In effetti, se la pandemia si risolvesse con un farmaco a bassissimo costo usato su larga scala in fase precoce, tutta l'organizzazione sanitaria e farmaceutica che ruota intorno al Covid rischierebbe di incepparsi. E i potenziali profitti multimiliardari (che molti vagheggiano e che la borsa premia) andrebbero in fumo».

Ma com 'è possibile che The Lancet-sìa caduto in una trappola, peraltro così grossolana?
«Faccio fatica a credere che una rivista con quasi due secoli di storia, finora considerata la Bibbia dei ricercatori, sia potuta cadere in una trappola. A questo livello non è mai successo. Non dimentichiamo, poi, che lo studio era firmato da un professore di Harvard. Eppure è vero che ha utilizzato una metodologia di raccolta dei dati molto discutibile, basata esclusivamente sull'intelligenza artificiale».

E se non è stata una trappola, che cos'è stata?
«Non lo so... A onor del vero, per quanto possa sembrare incredibile, temo anch'io che dietro quest' operazione possa esserci la manina di qualcuno. Non so se interessato a promuovere la raccolta dei big data attraverso l'intelligenza artificiale o se interessato a estromettere dal gioco un farmaco cosi "pericoloso" per chi vorrebbe lucrare sulla pandemia come la clorochina».

Certo è che, grazie a questo studio, la clorochina è stata vietata in tanti altri Paesi, a partire dall'Italia.
«Non so cosa dire. Certo è che anche noi medici che la abbiamo utilizzata, abbiamo subito pressioni affinché riconsiderassimo la nostra scelta terapeutica. Per non parlare dell'ostracismo anche da parte dei media».

Il fatto che il presidente Donald Trump la sostenga può aver giocato un ruolo?
«Probabilmente sì. Attraverso la povera idrossiclorochina è partita una guerra politica contro la rielezione di Trump. Perché questo è quello che sta succedendo».

Una guerra che è anche mediatica.
«Soprattutto mediatica. Come conclusione, dirci che troppe cose non tornano. Stiamo parlando di un farmaco che usiamo da 30 anni senza nessun problema, che costa poco, che è disponibile in tutti i cinque continenti, che non ha mai fatto morti. Eppure è finito nell'occhio di un ciclone di una guerra anche politica».

Voi Medici in prima linea volete riprendere a prescrivere la clorochina?
«Sì. Abbiamo scritto a The Lancet al presidente Sergio Mattarella per raccontare la nostra esperienza. E poi abbiamo mandato all'Agenzia del farmaco e al Ministero della salute una richiesta di revoca del provvedimento di sospensione dell’utilizzo dell'idrossiclorochina. Perché vogliamo poter tornare a curare inostri malati di Covid, come abbiamo fatto prima che questo studio ci fermasse».


Fonte: https://www.panorama.it/news/scienza2/covid-lancet-clorochina

Corvelva

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