TARANTO- Donna morta per Klesbiella, Asl di Taranto condannata a risarcire 800mila euro. Crea precedenti la sentenza di condanna nei confronti della Asl di Taranto perchè ritenuta responsabile della morte di una sua paziente a causa di una infezione contratta in ospedale. L’infezione denominata Klesbiella riporta ai tanti casi verificatesi anche nell’ospedale Perrino di Brindisi dove i parenti di alcuni deceduti hanno aperto una causa nei confronti dell’azienda sanitaria, proprio per verificare se fosse responsabile del decesso del loro caro. Nel caso di Tarano, molto simile a quelli brindisini, la asl è stata condannata a risarcire i danni riportati dai congiunti di un paziente deceduto a seguito di infezione contratta durante la degenza in ospedale. In particolare il batterio che ha colpito il paziente è chiamato Klebsiella, esso risulta di facile trasmissione nei luoghi ospedalieri caratterizzati da una non corretta sanificazione ambientale, da un’irregolare profilassi, ovvero da un “cedimento” della catena degli atti di prevenzione che devono essere posti in essere per scongiurare patogene contaminazioni.
Il caso
Il caso esaminato dal Tribunale di Taranto riguarda una paziente che a seguito di una caduta da una scala, sulla quale era salita per smontare alcune tende all’interno della propria abitazione, riportava un trauma facciale cervicale. La predetta signora, sottoposta ad un primo intervento chirurgico di decompressione cervicale e, successivamente, a due ulteriori interventi di derivazione ventricolare esterna a destra e poi a sinistra, decedeva dopo qualche giorno a seguito di un’infezione meningo-encefalica da Klebsiella Pneumoniae.
Gli eredi, rappresentati dall’avvocato Vito Cito, adivano il Tribunale per far valere la responsabilità dell’Asl che, costituitasi in giudizio, chiedeva il rigetto della domanda di risarcimento danni da essi proposta.
La sentenza
Il Tribunale di Taranto, con la sentenza n.2241/2019, ha affermato che, una volta accertata la natura nosocomiale ( cioè ospedaliera) dell’infezione per la presenza del un batterio Klebsiella nell’ambito ospedaliero, la responsabilità è da imputarsi all’ente, se non risulta provato da quest’ultimo l’osservanza delle comuni regole di diligenza e prudenza necessarie per scongiurare l’esito infausto.
In particolare ha rilevato che “ la responsabilità della struttura sanitaria per i danni subiti dal paziente ha natura contrattuale, in quanto l’accettazione in ospedale ai fini del ricovero o di una visita ambulatoriale comporta la conclusione di un contratto, soggetto alle regole ordinarie sull’inadempimento sancite dall’art. 1218 c.c.. In virtù di tale contratto la struttura è tenuta a fornire al paziente una prestazione complessa definita genericamente di assistenza sanitaria, che include, oltre alla prestazione principale medica, anche una serie di obblighi di protezione ed accessori (….) Conseguentemente, nei giudizi di risarcimento del danno causato da attività medica, l’attore ha l’onere di allegare e di provare l’esistenza del rapporto di cura, il danno ed il nesso causale, mentre ha l’onere di allegare (ma non di provare) la colpa del medico; è a carico della struttura sanitaria, invece, dimostrare che l’eventuale insuccesso dell’intervento, rispetto a quanto concordato o ragionevolmente attendibile, sia dipeso da causa a sé non imputabile”.
Dunque il Giudicante ha evidenziato che nella fattispecie l’ Asl non avesse dimostrato “l‘osservanza dei protocolli universalmente riconosciuti come efficaci per la prevenzione delle infezioni in ambiente ospedaliero, dalla quale soltanto può discendere la non riconducibilità della complicanza infettiva a condotte positivamente riferibili alla struttura sanitaria”.
Conclusioni
Il Tribunale ha accertato l’origine nosocomiale dell’infezione che causava il decesso della paziente e, non avendo l’Asl provato che la sua morte non era dipesa da causa a sé imputabile, ha accolto la domanda di risarcimento proposta dai congiunti della paziente deceduta, condannando l’Asl a pagare la complessiva somma di circa 800.000 euro, oltre spese di lite.
“La situazione fattuale esaminata dal Tribunale di Taranto, non caratterizza solo la struttura ospedaliera tarantina ma molte altre ASL presenti su tutto il territorio italiano- spiega l’avvocato Vitale- A titolo esemplificativo, nel 2015 sono state avviate delle indagini della procura sulla morte di diversi pazienti avvenuti presso l’ospedale Perrino di Brindisi derivanti dalla contrazione di infezione da Klebsiella. Indipendentemente dall’accertamento di eventuali reati, è da rilevare l’importanza di questa sentenza del Tribunale di Taranto che apre la strada al risarcimento dei danni subiti dai pazienti colpiti da infezioni ospedaliere”.