Puntualizziamo alcuni nostri punti di vista, in contrapposizione alla "smania da denuncia" che sta investendo molti.
1- Sui consigli sulle procedure da tenere per entrare a tutti i costi in classe: leggiamo e ascoltiamo che viene consigliato ai genitori di presentarsi a scuola coi bambini pretendendo che il bambino entri in classe. Si consigliano diverse procedure, dalla registrazione, fino al recarsi in caserma e sporgere denuncia per violenza privata o per abuso d'ufficio o per altro ancora.
Attenzione: fare una denuncia è un'azione che può avere delle conseguenze legali ed economiche importanti, non è una cosa che si fa senza ponderare i pro e i contro.
Il denunciato può peraltro a sua volta denunciarvi per calunnia.
Questo viene spiegato?
Viene data un'idea dei costi e delle conseguenze che si potrebbe essere costretti a sostenere?
2- Sui ricorsi: il ricorso al Tar ha un costo medio che si aggira sugli 800€ per la pratica, più le spese legali. Un ricorso al giudice di pace può addirittura vedere obbligati, in caso di rigetto, al pagamento delle spese legali di controparte.
Abbiamo più saputo nulla delle 3 famiglie consigliate da qualche avvocato per un ricorso al giudice di pace e condannate a rifondere circa 10.000€ a testa di spese legali?
Chi la fa facile, poi vi informa anche sui possibili risvolti negativi?
Altra considerazione: quest'anno fare i ricorsi in corso d'anno, con un provvedimento di sospensione in corso e quindi dovendo comunque risolvere il "problema frequenza", sapendo che la legge 119 contro cui si ricorre prevede dal 2019 il requisito di accesso per l'iscrizione, quanto senso ha?
3- Sull'aspetto emotivo e psicologico dei bambini: stanno consigliando di fare tutta una serie di atti e controatti forse dimenticando che in quel momento il genitore ha suo figlio con sé. Lo vorreste lasciare in un luogo in cui non lo vogliono fare entrare? Lo vorreste fare assistere a discussioni e magari alterchi che hanno la sua permanenza nella scuola come oggetto???
A volte ci chiediamo che fine abbia fatto il semplice "buonsenso".
Abbiamo visto negli ultimi giorni persino una diffida da parte della polizia locale, destinata ai genitori, in Trentino, a lasciare il minore a scuola nonostante un provvedimento di sospensione, configurandosi il reato di abbandono di minore.
Davvero è questo il livello che vogliamo ottenere?
Noi, come persone, come genitori, e in ultima come associazione, riteniamo più proficua una profonda riflessione su cosa vogliamo offrire ai nostri figli e su quali siano le vere priorità.
Anziché ostinarsi a far accettare il nostro bimbo in un ambiente in cui lo ritengono "non conforme", in un ambiente discriminatorio, in mezzo a persone che già lo stanno emarginando, forse sarebbe il caso di dedicare tutte queste energie per creare o contribuire ad un percorso diverso; senza focalizzarsi sul conflitto ma bensì cercando di rendere il mondo dei nostri figli un poco migliore di quello che stiamo vivendo noi oggi.
Ci perdoneranno coloro che ritengono che questo equivalga ad arrendersi, per noi non è così.
Questa associazione si impegna e continua ad investire per ricondurre la questione vaccini ad una questione scientifica, per trovare le prove scientifiche del fatto che i vaccini non sono così sicuri ed efficaci, per smascherare questa deriva dittatoriale che è solo all'inizio.
Non siamo persuasi che la lotta davanti al cancello della scuola che non vuole nostro figlio sia la strada migliore da seguire.
Nassim Langrudi
Corvelva