I batteri diventano sempre più forti e la colpa in parte è nostra: la resistenza agli antibiotici è dovuta a un uso smodato dei farmaci che li sta rendendo inefficaci e non solo sull’uomo.
Il problema delle resistenza agli antibiotici di molti agenti patogeni non è certo un argomento nuovo, basti vedere il caso in Toscana dell’enzima New Delhi ma ogni anno i dati peggiorano.
Uno studio del 2016 ha stimato che le morti causate da antibiotico resistenza arriveranno a dieci milioni nel 2050, superando ampiamente i decessi per tumore (circa otto milioni) e per diabete (circa un milione e mezzo).
Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità il problema non sono i batteri che diventano più forti dei farmaci, perché è un fenomeno che esiste anche in natura, ma è proprio l’uso scorretto dei farmaci che peggiora la situazione.
I malati hanno degenze sempre più lunghe, i costi del sistema sanitario nazionale aumentano e solo in Europa, su quattro milioni di persone colpite da infezioni, ne muoiono 33.000.
In Italia purtroppo abbiamo un doppio primato negativo: il numero più alto di morti annue a causa di infezioni da batteri farmacoresistenti e l’uso maggiore di antibiotici.
Si parla di circa 10.000 morti in un anno, numeri che vanno di pari passo con l’elevato consumo di antibiotici: circa 25,5 dosi al giorno ogni mille abitanti.
Le cause di questo abuso possono essere ricercate in prescrizioni mediche inappropriate o in un uso sconsiderato dei consumatori che utilizzano gli antibiotici per influenze, raffreddori o gastriti che sono causate da virus.
Resistenza agli antibiotici: come contrastarla
Il 18 gennaio 2019 il ministero della Salute ha emesso il nuovo protocollo, Sistema di sorveglianza sentinella dell’antibiotico resistenza, che rientra nel “Piano nazionale di contrasto all’antimicrobico resistenza”.
Grazie a questo protocollo sarà possibile monitorare e aggiornare i dati sugli agenti patogeni resistenti ai farmaci con una collaborazione tra Stato e Regioni.
Resistenza agli antibiotici non solo nell’uomo. La richiesta sempre maggiore di carne porta gli allevatori a somministrare grandi quantità di antibiotici per permettere una crescita più veloce e sana degli animali negli allevamenti.
Il problema è presente maggiormente negli allevamenti dei Paesi a basso e medio reddito come pubblicato in uno studio su Science.
Questo abuso di farmaci permette agli allevatori di rispondere alla richiesta sempre più alta di carne ma porta con sé anche degli effetti negati.
Infatti, come sta succedendo nell’uomo, anche per gli animali, specie in polli e maiali, sono aumentati i batteri con resistenza agli antibiotici.
Lo studio mette in luce quali sono le regioni dove questa minaccia è più viva, indicando dove intervenire con strategie per ricalibrare gli antibiotici.
Le zone che più presentano questo problema sono: Iran, Pakistan, Turchia, Brasile, India, il delta del Fiume Rosso in Vietnam, il delta del Nilo, città del Messico e Johannesburg.