NOVARTIS, la multinazionale farmaceutica svizzera fino a pochi anni fa ritenuta fra le più integre del mondo, potrebbe aver truffato lo Stato italiano gonfiando i prezzi del vaccino Focetria, utilizzato per contrastare nel 2009 il rischio di pandemia connesso al ceppo influenzale AH1N1 (la influenza suina), e forse anche i prezzi del vaccino Fluad, utilizzato contro le influenze stagionali. Ambedue i vaccini vengono prodotti nello stabilimento senese della Novartis Vaccines and Diagnostics, ceduto in aprile alla Glaxo. Ieri i carabinieri del Nas lo hanno perquisito, come anche la sede italiana della Novartis Farma a Origgio (Varese). Il pm di Siena Aldo Natalini ipotizza il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato nei confronti dell'amministratore delegato della Novartis Vaccines and Diagnostics, Francesco Gulli. La società è sotto accusa per l'illecito amministrativo connesso al reato di truffa.
L'INCHIESTA
E' UNmomento difficile per Novartis. In marzo con Roche si è vista infliggere dall'Antitrust una multa di 180 milioni per un accordo di cartello sulla cura delle maculopatie che ha imposto per anni l'utilizzo del costosissimo Lucen- tis (prodotto da Novartis) a spese del più economico Avastin. Poi è arrivata la richiesta di risarcimento di un miliardo e 200 milioni dal Ministero della Salute. Ora esplode l'affare vaccini. Sia il Focetria contro la influenza suina, sia il Fluad contro le influenze stagionali contengono l'adiuvante MF59, che ne è una componente essenziale. L'MF59 viene prodotto nello stabilimento Novartis Pharma GmbH in Germania. Dalle fatture, però, risulta acquistato dalla Novartis Usa. Nel corso di una verifica fiscale, gli ispettori della Agenzia delle Entrate hanno scoperto che lo stabilimento tedesco fornisce l'MF59 a 660 euro al litro, mentre dalle fatture americane risulta un prezzo di 3.964 euro al litro, il 500% in più. I carabinieri del Nas di Firenze hanno approfondito le indagini, accertando che il principio attivo è sempre arrivato dalla Germania: soltanto le fatture hanno triangolato fra Germania - Usa - Italia, con re- lativo vertiginoso incremento dei prezzi. Secondo le accuse, dunque, siamo in presenza di un meccanismo di sovrafatturazione infragruppo, grazie al quale è stato ingannato il Ministero della Salute, acquirente dei vaccini.
Come spesso accade, la truffa sarebbe stata favorita dall'emergenza. L'11 giugno 2009 l'Organizzazione mondiale della sanità dichiarò lo stato di pandemia connesso al nuovo ceppo influenzale AH1N1. Il Ministero della salute istituì una Unità di Crisi che previde, senza adeguate misure, la possibilità che in Italia si verificassero 9 milioni di casi di influenza suina, la cui letalità era valutata nell'ordine di 0,1/0,5 decessi per ogni 1000 persone colpite. Perciò l'Unità di Crisi suggerì di vaccinare tempestivamente il 40% della popolazione italiana, 24 milioni di persone. Fra il 17 e il 21 luglio il sottosegretario alla protezione civile Guido Bertolaso manifestò a Novartis e a Sanofi Pasteur l'interesse del Governo di acquistare 24 milioni di dosi di vaccino influenzale. Il 31 luglio il presidente del consiglio Silvio Berlusconi incaricò il Ministero della salute di acquistare i vaccini con procedura di somma urgenza. L'incarico di produrli fu affidato a Novartis, che nel 2007 aveva registrato presso l'Agenzia europea del farmaco (Emea) un vaccino precursore dell'anti AH1N1. La Sezione centrale di controllo della Corte dei Conti, riconoscendo «l'eccezionalità e la somma urgenza dell'intervento», decise di vistare il contratto di fornitura con la Novartis, sebbene non fosse stata attestata la congruità dei prezzi concordati. Estensore della decisione fu il giudice contabile Vittorio Giuseppone, arrestato il 3 giugno scorso per corruzione nell'inchiesta Mose.
Il prezzo concordato con Novartis per i 24 milioni di dosi di vaccino era pari a 184 milioni e 800 mila euro. Nel 2010, dopo aver acquistato oltre 12 milioni di dosi, e visto che l'infausto evento pandemico era stato circoscritto in Italia a un solo caso, il Ministero della salute chiese a Novartis di interrompere la fornitura degli altri 12 milioni di vaccini non ancora prodotti, per un valore di oltre 97 milioni. Novartis si rivolse al Tar. Il Ministero decise di cercare una transazione. L'accordo fu raggiunto nel 2012. Per giustificare i suoi costi, Novartis presentò le fatture americane dell'adiuvante MF59 (quelle in cui il prezzo, secondo le accuse, era gonfiato del 500%). Su quella base il Ministero chiuse l'accordo versando quasi 20 milioni di euro: 2 milioni e 700 mila euro di troppo, secondo i Nas. E non solo. I carabinieri ritengono che il prezzo pattuito all'origine, nel 2009, per il vaccino contro l'influenza suina, 7 euro a dose, risenta dell'incremento artificioso del prezzo dell'adiuvante MF59. Se è così, moltiplicando l'aumento artificioso per gli oltre 12 milioni di dosi di vaccino acquistate si arriva a un danno per lo Stato di oltre 16 milioni di euro. E' in fase di accertamento la stima per l'eventuale danno provocato dal sovrapprezzo dell'adiuvante MF59 applicato ai vaccini influenzali stagionali. In una nota Novartis afferma che «il suo operato è, ed è sempre stato, improntato al pieno rispetto della legge e delle disposizioni vigenti».