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Sanità, sospeso presidente dell’Aifa: “E’ nel board di fondazioni che finanziano le aziende farmaceutiche”

Sanità, sospeso presidente dell’Aifa: “E’ nel board di fondazioni che finanziano le aziende farmaceutiche”

Il direttore generale dell'Agenzia Italiana per il farmaco ha congelato l'incarico di Sergio Pecorelli, che ha già fatto sapere di non volersi dimettere, dichiarandosi estraneo ad ogni addebito. Le carte sono state trasmesse al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin

Un conflitto di interessi di massimo livello che “non consente di svolgere alcun tipo di attività” in seno all’agenzia governativa che regola i farmaci in Italia. Con questa motivazione il presidente del cda dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, Sergio Pecorelli, è stato sospeso dall’incarico per decreto dal direttore generale dell’agenzia, Luca Pani. Il professor Pecorelli, che è al contempo Rettore dell’Università di Brescia, membro del cda dell’Istituto superiore di Sanità e di numerose società mediche e scientifiche nazionali e internazionali, secondo i risultati di un’inchiesta interna sarebbe portatore di un conflitto di interessi “di livello 3” per la sua partecipazione in diverse fondazioni e fondi di investimento che finanziano le industrie farmaceutiche per cifre milionarie. Le carte sarebbero state trasmesse al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che si è riservata di decidere sulla decadenza dall’incarico “appena conclusi gli accertamenti degli uffici legali del Ministero”, mentre Sergio Pecorelli ha già fatto sapere di non volersi dimettere (“Si deve dimettere solo chi si sente colpevole”, ha spiegato) e si è dichiarato estraneo ad ogni addebito.

L’indagine interna all’agenzia governativa, condotta da una commissione presieduta dal dg dell’Aifa, si starebbe concentrando su alcune partecipazioni del presidente Pecorelli in società che operano in campo medico-farmaceutico che non sarebbero state denunciate nella “dichiarazione pubblica di interessi” firmata da Pecorelli lo scorso 6 ottobre. In particolare, il professor Pecorelli avrebbe ricoperto fino a pochi giorni fa – circostanza riscontrabile consultando lo storico delle modifiche del sito web principiasgr.it – il ruolo di advisor dei fondi di investimento “Principia sgr”, in grado di investire centinaia di milioni di euro in diversi settori, tra cui quello medico e farmaceutico tramite il fondo “Principia III – Health” (il portafoglio è di almeno 160 milioni di euro). Il fondo cura “investimenti di Venture e Growth capital nel settore Healthcare”, interessandosi tra l’altro di “biotecnologie farmaceutiche”, dettaglio che sembrerebbe entrare in conflitto proprio con il ruolo del presidente dell’agenzia regolativa del farmaco rivestito da Pecorelli, che precisa però a questo proposito di non aver “mai sottoscritto contratti e percepito compensi di alcun tipo”.

All’esame della commissione sembrerebbe esserci anche il suo ruolo di fondatore della Healthy Foundation, associazione in campo medico-farmaceutico (di cui fino a pochi mesi fa Pecorelli era presidente) che si occupa dello “sviluppo della ricerca scientifica, dell’educazione, dell’informazione e dell’assistenza per la salute fisica e mentale delle persone, il sociale e l’ambiente” nonché della “promozione di stili di vita sani”. La fondazione avrebbe rapporti con industrie farmaceutiche e con società sportive. Altro punto nel mirino dei commissari dell’agenzia sarebbe poi l’incarico rivestito da Pecorelli di presidente della fondazione “Lorenzini”, che si occupa di “effettuare, promuovere e divulgare studi e ricerche nel campo farmacologico”.

Ora le carte sarebbero all’attenzione dei ministeri dell’Economia e della Guardia di finanza. Il professor Sergio Pecorelli, nei mesi scorsi, era finito anche al centro delle polemiche per l’assunzione dell’ex segretaria di Mariastella Gelmini, Elisa Gregorini, sua collaboratrice all’Agenzia del farmaco, come segretaria all’Università di Brescia, Ateneo di cui è al contempo Rettore. Una vicenda raccontata da IlFattoQuotidiano.it su cui la Procura di Brescia indaga con l’ipotesi di abuso d’ufficio.


Fonte:

 

Corvelva
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