Lui è Prolia, un farmaco miracoloso per il trattamento dell'osteoporosi con un lieve difetto, se si smette di prenderlo si sbriciolano le vertebre.
In Italia sono due le società scientifiche che trattano più direttamente questa patologia: la SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro) e la SIE (Società Italiana di Endocrinologia).
Dopo questo servizio, la cui notizia è rimbalzata anche su Le Monde come un vero e proprio scandalo, Svizzera, Australia, Canada, Brasile, Nuova Zelanda e Stati Uniti hanno inserito la frattura vertebrale tra gli effetti indesiderati.
Attualmente sono un centinaio i casi accertati in Svizzera ma recenti studi indipendenti fanno calare una scure su questo farmaco, "Il rapporto rischi / benefici di denosumab (la molecola del Prolia) sono chiaramente sfavorevole.
EMA ed AIFA non hanno mai inserito questa reazione avversa nel foglietto illustrativo pur avendo parecchie evidenze a riguardo.
Abbiamo, per pura curiosità e sapendo che non c'è nulla di illegale in questo, curiosato tra i dati EFPIA del produttore, la Amgen, e ci siamo accorti che il Presidente e Vicepresidente della SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro), oltre che alcuni ricercatori che hanno fatto pubblicazioni sul Prolia e che appaiono sul portale della SIE (Società Italiana di Endocrinologia), percepiscono regolari compensi dalla Amgen da almeno il 2016.
Le domande sorgono spontanee: le decisioni di AIFA di non inserire la frattura vertebrale nel foglietto illustrativo del prodotto Prolia, in modo da informare medici e pazienti di questa importante reazione avversa, ha avuto influenze dalla SIOMMMS o dalla SIE? L'AIFA è a conoscenza dei recentissimi sviluppi? La SIOMMMS e la SIE, nello stilare le raccomandazioni riguardante il trattamento dell'osteoporosi, lo fanno in maniera totalmente libera e senza influenze?