Dissenso informato, la nostra opinione

Dissenso informato, la nostra opinione

Siete in molti a chiederci pareri sul cosiddetto “dissenso informato” e qui andiamo a spiegarvi brevemente perché, a nostro avviso, non ha alcun senso procedere alla firma di questo documento.

Per comprendere di cosa stiamo parlando è necessario rifarsi alla normativa in materia di consenso informato, ovvero alla Legge 22 dicembre 2017, n. 219, dove si stabilisce che nessun trattamento può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato e descrive il CI (consenso informato) quale punto di incontro tra l’autonomia decisionale del paziente e la competenza, l’autonomia professionale e la responsabilità del medico. La stessa norma afferma il diritto di ogni persona “di conoscere le proprie condizioni di salute e di essere informata in modo completo, aggiornato e a lei comprensibile riguardo alla diagnosi, alla prognosi, ai benefici e ai rischi degli accertamenti diagnostici e dei trattamenti sanitari indicati, nonché riguardo alle possibili alternative e alle conseguenze dell'eventuale rifiuto del trattamento sanitario e dell'accertamento diagnostico o della rinuncia ai medesimi”

Tale disposizione, nella quotidianità riscontrata da quei genitori che decidono di non ottemperare alla disposizioni della Legge 119/2017 (la c.d. Legge Lorenzin) e pertanto rimandare o non effettuare una o più vaccinazioni, si concretizza in un modulo che la ASL proprone ai genitori del minore e denominato “Modulo di dissenso informato alla vaccinazione”.
Anzitutto si tratta di una carta scritta (modulo) utile esclusivamente all’ASL di competenza per dimostrare di aver espletato il proprio compito informativo, di darvi le più ampie possibilità di confronto e di essere sempre disponibile per qualsiasi chiarimento o informazione di cui abbiate necessità.

Ma secondo voi, questo corrisponde al vero? Nella nostra esperienza e dagli innumerevoli riscontri che ci date voi utenti, assolutamente no! Tant’è vero che, per fare un esempio, vi è una perenne negazione dell’esistenza stessa del danno da vaccino (nonostante vi sia una legge italiana, la 210/92, che prescrive il risarcimento dei danneggiati da vaccino, e che questa stessa legge preveda l’obbligo in capo alle istituzioni sanitarie preposte di darne ampia informazione e di metterne a disposizione il testo).

Inoltre, nella maggioranza dei casi, le testimonianze che ci giungono quotidianamente dipingono un ritratto tutt’altro che “aperto e disponibile” del personale ASL nei confronti di chi chiede delucidazioni, di chi fa domande, di chi chiede letteratura scientifica o rassicurazioni in merito anche agli aspetti più “critici” delle vaccinazioni pediatriche.

Già quanto detto sin qui potrebbe bastare per farvi dire “no, grazie” a chi vi propone di firmare di vostro pugno dichiarazioni evidentemente non veritiere. In ogni caso, deve essere molto chiaro che quello che vi propongono di firmare resterà agli atti nel vostro fascicolo sanitario (o meglio in quello riguardante i vostri figli) e dunque va ponderato con la massima attenzione cosa andiamo a firmare.

Inoltre, questa firma, sia ben chiaro, non vi mette al riparo da nessuna delle conseguenze previste dalla legge 119/2017 sull’inadempienza vaccinale: né per quanto concerne le eventuali sanzioni, né tantomeno per quanto riguarda il ricatto di esclusione dei servizi educativi per l’infanzia, che purtroppo resta l’amara realtà da affrontare per ogni famiglia che non voglia sottoporre, nei tempi previsti, i propri figli ai 10 vaccini obbligatori coi relativi richiami.

In sostanza la pubblica amministrazione vi chiede di andargli a verbalizzare che, nonostante loro ci abbiano fornito tutte le risposte, con la massima apertura, noi scegliamo di non vaccinare “perché sì” e ce ne assumiamo dunque ogni responsabilità in quanto è la nostra decisione a prescindere dalle informazioni fornite.

Ebbene, no! Non è questa la posizione di chi si pone in maniera critica rispetto alla necessità di vaccinare contro le 10 malattie previste per obbligo di legge!

Tutt’altro, è proprio dalla mancanza di informazioni trasparenti, dalla mancanza di disponibilità al dialogo civile e costruttivo, nonché al confronto e all’apertura rispetto a ciò che la scienza stabilisce e non stabilisce in merito all’efficacia e sicurezza vaccinale, che ci rende impossibile apporre la firma del consenso informato!

Ne consegue che non ha alcun motivo di esistere, a nostro avviso, un “dissenso informato”, né tantomeno è lecito da parte del personale sanitario pretendere che venga firmato da chi non vuole procedere alle vaccinazioni.

Corvelva Staff

Corvelva

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