Background - Sebbene l'associazione tra il vaccino contro il morbillo, la parotite e la rosolia e il disturbo dello spettro autistico sia stata smentita in modo convincente, è stato riscontrato che l'insorgenza di alcuni disturbi autoimmuni e infiammatori legati al cervello è temporalmente associata alla somministrazione antecedente di vari vaccini. Questo studio esamina se le vaccinazioni antecedenti siano associate a un aumento dell'incidenza di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), anoressia nervosa (AN), disturbo d'ansia, tic cronico, disturbo da deficit di attenzione e iperattività, disturbo depressivo maggiore e disturbo bipolare in un campione nazionale di bambini assicurati privatamente.

Metodi - Utilizzando i dati delle richieste di rimborso, abbiamo confrontato le vaccinazioni effettuate l'anno precedente nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra i 6 e i 15 anni con i disturbi neuropsichiatrici di cui sopra, diagnosticati di recente tra gennaio 2002 e dicembre 2007, e due condizioni di controllo, ossa rotte e ferite aperte. I soggetti sono stati abbinati ai controlli in base a età, sesso, area geografica e stagionalità. Sono stati utilizzati modelli di regressione logistica condizionale per determinare l'associazione delle vaccinazioni precedenti con ciascuna condizione.

Risultati - I soggetti con nuova diagnosi di AN avevano una probabilità maggiore rispetto ai controlli di aver effettuato una vaccinazione nei 3 mesi precedenti [hazard ratio (HR) 1,80, intervallo di confidenza al 95% 1,21-2,68]. Le vaccinazioni antinfluenzali nei 3, 6 e 12 mesi precedenti erano inoltre associate a diagnosi di AN, OCD e disturbo d'ansia. Anche diverse altre associazioni sono risultate significative con HR superiori a 1,40 (epatite A con disturbo ossessivo compulsivo e AN; epatite B con AN; meningite con AN e disturbo da tic cronico).

Conclusioni - Questa analisi epidemiologica pilota implica che l'insorgenza di alcuni disturbi neuropsichiatrici può essere temporalmente correlata a precedenti vaccinazioni in un sottoinsieme di individui. Questi risultati giustificano ulteriori indagini, ma non provano un ruolo causale delle infezioni o delle vaccinazioni precedenti nella patoeziologia di queste condizioni. Data la modesta entità di questi risultati in contrasto con i chiari benefici per la salute pubblica della somministrazione tempestiva dei vaccini nella prevenzione della mortalità e della morbilità delle malattie infettive infantili, incoraggiamo le famiglie a mantenere i programmi di vaccinazione secondo le linee guida del CDC.