Autoimmunità in connessione con un impianto metallico: un caso di sindrome autoimmune/autoinfiammatoria indotta da adiuvanti

La sindrome autoimmune/autoinfiammatoria indotta da adiuvanti (ASIA) è stata recentemente proposta da Shoenfeld e Agmon-Levin come una nuova entità che comprende diverse condizioni: la sindrome macrofagica-miofasciite, la sindrome della Guerra del Golfo, la silicosi e i fenomeni post-vaccinazione, l'autoimmunità correlata a frammenti infettivi, ormoni, alluminio, silicone, olio di squalene e pristano. Riportiamo il caso di una donna di 23 anni che ha sviluppato episodi seriali di febbre alta, estrema stanchezza, trombocitopenia transitoria, adenopatie cervicali multiple, epatosplenomegalia, anemia, neutropenia, grave proteinuria e anomalie del sedimento urinario, elevati livelli sierici di ferritina e transitoriamente bassa positività degli anticorpi antinucleari 1 anno dopo essersi sottoposta a un impianto al mento in nichel-titanio per motivi estetici. Il quadro clinico simulava una serie di probabili malattie: lupus eritematoso sistemico, sindrome di Kikuchi-Fujimoto, malattia di Still ad insorgenza adulta, sindrome antifosfolipidica e sindrome emofagocitica, tra le altre, per cui la paziente è stata sottoposta a un'indagine medica approfondita che ha incluso due biopsie linfonodali. La paziente è stata trattata di conseguenza con steroidi, metotrexato e micofenolato di mofetile, con un iniziale miglioramento dei sintomi, che si sono ripresentati ogni volta che la dose è stata ridotta. Due anni e mezzo dopo la paziente ha deciso di ritirare la protesi al mento e in seguito tutti i sintomi sistemici sono scomparsi. La paziente rimane in buona salute, senza recidive di alcun sintomo e senza farmaci fino ad oggi. Sebbene questa paziente soddisfi i principali criteri ASIA proposti, a nostra conoscenza si tratta della prima descrizione di caratteristiche sistemiche di autoinfiammazione in relazione a un impianto metallico.