La minaccia della poliomielite associata al vaccino in India: problemi medico legali

L'India è uno dei grandi serbatoi mondiali di poliovirus selvaggio (WPV), con 559 casi confermati di poliomielite (virus selvaggio) nel 2008. Il programma dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per l'eradicazione della poliomielite nei Paesi del terzo mondo come l'India è associato a importanti implicazioni etiche e medico-legali. In India sono disponibili due vaccini per la poliomielite: il vaccino antipolio orale (OPV) e il vaccino antipolio inattivato (IPV), di cui l'OPV è utilizzato nella campagna di eradicazione; il conteggio dei casi per il 2009 è stato di 36 su un totale di 384 casi segnalati a livello globale, mentre il conteggio dei casi per la metà del 2010 è stato di 19 casi su 84 segnalati a livello globale. Ci sono segnalazioni diffuse di poliomielite derivata da vaccino e di poliomielite associata a vaccino (VAP) da diverse parti del Paese, che possono essere collegate alla ricomparsa della polio in diversi Stati o al fallimento della campagna antipolio (Polio Sundays). Sebbene sia in corso un'ampia campagna antipolio e siano stati stanziati soldi e manodopera per raggiungere l'obiettivo dell'eradicazione della polio, la realtà sul campo è completamente diversa. L'argomentazione secondo cui i ceppi selvaggi di polio sono emersi per ostacolare la campagna non può spiegare tutti i casi post vaccinazione. L'Accademia indiana di pediatria ha suggerito con forza di sostituire l'OPV con l'IPV, in quanto l'efficacia dell'IPV supera di gran lunga i costi-benefici dell'OPV. L'IPV ha ampiamente sostituito l'OPV in molte parti del mondo. Il secondo problema è la minaccia di controversie giudiziarie per il dipartimento sanitario, una volta che i casi post vaccinazione aumenteranno ulteriormente. Ci sono altre questioni socio-etiche discusse in questo documento su un argomento che ha un'importanza fondamentale per le statistiche sanitarie del Paese.