La sindrome antifosfolipidica è caratterizzata da trombosi arteriosa e venosa, nonché da morbilità in gravidanza, in presenza di elevati livelli di anticorpi antifosfolipidi. Questi autoanticorpi hanno un'attività procoagulante, in quanto colpiscono le piastrine, i fattori umorali della coagulazione e le cellule endoteliali. Inoltre, sono proaterogeni, come dimostrato da modelli animali e dall'aumento della prevalenza di malattie cardiovascolari nei pazienti con lupus eritematoso sistemico e sindrome antifosfolipidica. Inoltre, gli anticorpi antifosfolipidi, tra cui l'anticardiolipina, l'anti-b2-glicoproteina-I e l'antiossidazione delle lipoproteine a bassa densità, sono associati all'aterosclerosi e alle sue conseguenze anche nella popolazione generale. Questo aspetto autoimmune dell'aterosclerosi in presenza o in assenza di una malattia autoimmune suggerisce un beneficio dallo sviluppo di terapie immunomodulanti.