Il 6 novembre 2001 nasce Emiliano Rapposelli e il 14 febbraio 2003 muore a causa del vaccino MPR Morupar.
Il 6 novembre 2001 nasce Emiliano Rapposelli, un normale bimbo in una normale famiglia veneta. I genitori, entrambi infermieri, non nutrivano particolari dubbi sulla pratica vaccinale ed avevano, come molte altre famiglie, sottoposto il piccolo Emiliano alla vaccinazione esavalente, in modo da assolvere l’allora obbligo di 4 vaccini. Tutto procedeva normalmente, nessuna reazione alla vaccinazione era apparsa ed Emiliano continuava a crescere tranquillo come tantissimi altri bimbi.
Nel 2003, dopo un richiamo da parte dell’ASL competente per effettuare la vaccinazione per Morbillo, Rosolia e Parotite, i genitori si erano rivolti al loro pediatra e, come accade oggi, erano stati messi in guardia ritrovandosi davanti lo spettro delle epidemie. Nel 2002 infatti - dato riportato anche dal pediatra di Emiliano - in Campania si erano registrati 1.633 casi di morbillo nei primi 7 mesi, 3 decessi tra i bambini ed 1 ragazzo di 22 anni. La famiglia Rapposelli, assolutamente non scettica verso le vaccinazioni, aveva ascoltato il parere del pediatra, facendosi “convincere” della pericolosità delle complicazioni delle malattie per le quali avrebbero “protetto” il loro figlio con la vaccinazione e si erano fidati delle rassicurazioni del pediatra sull'assoluta sicurezza del vaccino, così da decidere di effettuare la vaccinazione, allora facoltativa, MPR.
La mattina del 14 febbraio 2003 veniva inoculato il vaccino MPR Morupar e 9 giorni dopo, il 23 febbraio, Emiliano muore nel suo lettino. Da qui parte un vero e proprio muro di gomma.
- Ci è stato raccontato in maniera dettagliata il momento in cui i genitori scoprirono che Emiliano era morto ma, per rispetto del momento di enorme dolore non riportiamo questa parte -
- NB. Il vaccino MPR Morupar è stato ritirato dal commercio nel 2006, come si legge dal Comunicato stampa n. 27 pubblicato sul sito AIFA, per il quantitativo di reazioni avverse segnalate
Il 14 febbraio 2003, giorno della vaccinazione, il padre di Emiliano (che accompagnò il bambino) avvisò il medico vaccinatore che il bimbo non stava bene, aveva febbre e tosse e chiese consiglio se spostare la vaccinazione ma, la rassicurazione, «nessuna controindicazione», riguardo lo stato di salute del piccolo, nonché la scarsità di tempo concesso tra anamnesi e inoculazione (ben inferiore ai 5 minuti) non diedero modo e tempo di assimilare e riflettere.
La successiva sintomatologia prospettata dai medici, «tra una settimana avrà qualche linea di febbre», ebbe perfetta scadenza ma un tragico epilogo.
Dopo pochi giorni dal decesso arrivò la telefonata che forse cambiò prospettiva alla famiglia Rapposelli, il servizio di igiene chiamò direttamente la mamma di Emiliano rassicurandola sull’esito dell’autopsia, che escludeva totalmente la vaccinazione come causa... La telefonata aprì un ulteriore varco per i dubbi della famiglia Rapposelli.
Corvelva intervenì da subito ed il Dott. Miedico, contattato ed incaricato come medico legale di parte, cita spesso “il caso Rapposelli” in quanto fu solo il caso che portò la famiglia ad appoggiarsi a Corvelva e a lui, che chiese di conservare i campioni di tessuto da analizzare congelandoli, e non in formaldeide come prassi, in quanto quest’ultima, per le specifiche qualità chimiche, avrebbe cancellato ogni residuo batterico o virale.
Le prime analisi dell’Istituto Superiore di Sanità, chieste dal Dott. Silvano Zancaner, specialista di Medicina legale dell’università di Padova, indicarono come causa della morte la meningite poiché era stato trovato, in un campione di tessuto inviato, il genoma del meningococco.
Fu facile al Dott. Miedico confutare queste analisi e chiedere formalmente, per conto della famiglia, di procedere nell’indagine.
La relazione del Dott. Miedico evidenziava che il tratto di genoma rilevato dall’Istituto Superiore di Sanità fosse troppo “piccolo” per permettere di identificare il meningococco.
Per la famiglia fu una vera e propria presa in giro da parte dello Stato, non l’ultima purtroppo.
Infine, l’ultimo esito dell’autopsia, arrivato dopo 9 mesi di indagini medico-scientifiche, dell’Istituto Superiore di Sanità, evidenziò nei tessuti cerebrali del piccolo Emiliano la presenza del genoma del virus di Schwarz.
Il vaccino MPR Morupar, per quanto riguarda la componente morbillosa, veniva prodotto mediante l’attenuazione del virus vivo del morbillo, specificatamente del virus di Schwarz. Le analisi confermarono la tipizzazione del virus vaccinale.
Arrivò a 9 mesi dalla morte di Emiliano Rapposelli l’autopsia che “certificò” il nesso causale tra inoculazione del vaccino MPR e decesso.
Il GIP del Tribunale di Padova chiese un’ulteriore perizia e incaricò il Dott. Benciolini, egli confermò definitivamente il nesso di concausalità tra MPR e decesso, “scagionando” però il personale sanitario che aveva praticato la vaccinazione, “non essendo l’eventuale anomala reazione prevedibile”: pur avendo la famiglia avvisato dello stato di salute del minore, essi non avrebbero potuto prevederla...
Nel 2006 la Commissione Medica Ospedaliera - che per la legge 210/92 viene svolta dal comparto militare in un ospedale militare – riconosce il decesso a causa delle vaccinazioni.
Ma questa morte non compare nei successivi rapporti Canale Verde.
La famiglia Rapposelli assieme ad altre famiglie venete hanno provato a comunicare a Canale Verde il decesso dei propri figli. Corvelva supportando le famiglie in maniera diretta o indiretta ha provato per anni a spingere le forze politiche a far inserire i decessi su Canale Verde e Ferdinando Donolato, Presidente Corvelva, ha recentemente consegnato a mano all’Assessore Coletto l’autopsia del piccolo Emiliano con tutta la documentazione che ne attesta il nesso causale tra MPR e decesso, documentazione composta da prove scientifiche e non frutto di sola “verità processuale”.
La risposta più comune che Canale Verde ha dato alle famiglie che richiedevano l’inserimento statistico del decesso – famiglie già certificate mediante legge 210/92, già indennizzate, nessun plus ulteriore viene erogato se presenti su questi canali di farmacovigilanza– è sempre stata categorica: la prima relazione che l’ULSS competente invia a Canale Verde è l’unica scientificamente corretta, questo indipendentemente se le prove scientifiche e oggettive arrivino successivamente e indipendentemente dal fatto che il Ministero della Salute riconosca la correlazione tra danno/decesso e vaccinazione, pertanto indipendentemente da tutto, se il primo responso è stato una NON correlazione, il “caso” non verrà mai segnalato sulle relazioni Canale Verde.
La Famiglia Rapposelli non è mai stata ferma, durante l’intervista ci ha raccontato come da sempre abbia tentato di smuovere, senza successo, la politica Regionale. Sara, mamma di Emiliano, ci riferisce di email inviate all’Assessore Coletto ad agosto 2017 con la documentazione riguardante il caso di Emiliano. Dal 2003 al 2017, ben 14 anni dopo il decesso di Emiliano, la famiglia Rapposelli combatte per veder riconosciuto da Canale Verde e dalla Regione Veneto il decesso del proprio bimbo e lo fa per rispetto verso Emiliano. Ma noi, noi genitori che oggi combattiamo per la nostra libertà vaccinale non possiamo ignorare che la sua battaglia è anche la nostra battaglia.