Il conflitto di interessi è una condizione giuridica che si verifica quando viene affidata un'alta responsabilità decisionale a un soggetto che ha interessi personali o professionali in contrasto con l'imparzialità richiesta da tale responsabilità, che può venire meno a causa degli interessi in causa" 1
Prima di iniziare il nostro articolo, vogliamo rubarti 5 minuti e mostrarti un video del 23 ottobre 2019 dove il deputato Bill Posey, politico statunitense e membro della Camera dei Rappresentanti per lo Stato della Florida, durante le audizioni al Comitato dei Servizi Finanziari, ha chiesto conto a Mark Zuckerberg riguardo la censura applicata dal noto social network Facebook alle pagine o gruppi contro gli obblighi vaccinali:
Il deputato Bill Posey è solo uno di una lunga serie di politici che ha messo in dubbio l’imparzialità di Facebook e questo piccolo dettaglio è l’abissale differenza tra l’essere imparziale, ovvero un mero contenitore di contenuti con delle policy che non possono contrastare con le leggi degli stati in cui opera, oppure avere una linea editoriale e pertanto essere classificato come editore. Proprio su questo tema si sta incentrando la discussione riguardo alla censura dei grandi colossi del web applicata ad alcune tematiche particolari. Noi, però, vorremmo qui proporre un punto di vista diverso: il possibile conflitto di interessi alla base delle scelte “editoriali” dei colossi del web, partendo proprio da Facebook.
Quanti di voi sanno che Mark Zuckerberg ha una propria fondazione che finanzia lo sviluppo di vaccini?
A settembre 2016 l'amministratore delegato di Facebook Mark Zuckerberg e sua moglie, Priscilla Chan (pediatra formata alla UCSF - University of California San Francisco), hanno annunciato al mondo[1] che avrebbero investito almeno 3 miliardi di dollari per "curare, gestire e prevenire tutte le malattie entro la fine del secolo". Il primo step di questo piano filantropico era la Chan Zuckerberg Biohub,[2] un'organizzazione di ricerca scientifica da 600 milioni di dollari all’anno gestita da alcune da personalità di spicco della UCSF, della Berkeley University e della Stanford University.
A finanziare la Chan Zuckerberg Biohub sarebbe stata la Chan Zuckerberg Initiative,[3] una società a responsabilità limitata costituita nel dicembre 2015 e con un capitale economico ingente, circa 45 miliardi di dollari derivati dalla donazione del 99% delle azioni Facebook detenute dalla coppia di nuovi filantropi.
L’obiettivo iniziale della CZB (Chan Zuckerberg Biohub) era la costruzione di un "atlante delle cellule" - una caratterizzazione di tutti i tipi di cellule del corpo umano - e lo sviluppo di nuovi modi per individuare, rispondere, trattare e prevenire le malattie infettive attraverso anche i vaccini. Bioingegneria genetica e vaccini, il connubio del futuro.
Citiamo per rappresentatività della vision complessiva, una dichiarazione di Marck Zuckerberg:
"…si può prendere qualsiasi sistema, non importa quanto complesso e renderlo molto, molto migliore di quello attuale, che si tratti di codice, hardware, biologia, un'azienda, un sistema educativo, un governo - qualsiasi cosa".
A parte il plauso sei soliti noti per l’impresa faraonica di eliminare le malattie infettive dalla faccia della terra, uno su tutti quello di Bill Gates, a molti media era sfuggito un piccolissimo dettaglio: la proprietà intellettuale dei progetti di ricerca della CZB, sarebbero rimasta sotto il loro controllo e proprietà della CZB.
Fu nel 2016 la BuzzFeed News ad ottenere, attraverso una richiesta di registrazione pubblica, il documento[4] costitutivo del progetto degli Zuckerberg. Jacob Sherkow, professore associato della New York Law School, specializzato in diritto dei brevetti biotecnologici, interpellato da BuzzFeed per avere un parere sulla qualità dell’accordo, aveva dichiarato:
"Penso che la struttura di questo accordo e chi ne è bordo (la UCSF, la Berkeley University e della Stanford University) e quanto ogni parte sembra disposta a dare come contributo al progetto, sia un segnale che l'Hub sarà davvero enorme. Non sarà una cosa da niente… Che soddisfi o meno l'obiettivo di curare tutte le malattie nel corso della nostra vita, questo resta da vedere… inutile dire che sono infinitamente scettico".
Quindi, accordo alla mano, in teoria una terapia per il cancro - uno dei quattro tipi di malattie mortali che Chan e Marck dicono di voler affrontare - potrebbe essere concessa in licenza a una società farmaceutica. Il contratto permette anche di brevettare strumenti di ricerca in parte sviluppati attraverso il Biohub.
Citiamo a riguardo il commento di Stanford Stephen Quake, co-presidente di CZB e professore della Stanford:
"Alcune persone ritengono che, per certe invenzioni, abbiano bisogno di una protezione brevettuale per ricevere gli investimenti e i finanziamenti necessari per portarle sul mercato e aiutare le persone, altre persone pensano che le loro invenzioni siano meglio diffuse semplicemente regalandole. Ci sono molti esempi di software in cui la gente dice: voglio dare via il codice e lasciare che tutti lo usino".
Partendo dalle due aree di attenzione sviluppate dalla Biohub, ovvero la mappatura di tutte le cellule del corpo umano e lo sviluppo di nuovi strumenti per la creazione di farmaci, test diagnostici e vaccini per malattie infettive come l'HIV e la Zika, è facile capire come il potenziale economico del progetto, sia forse enormemente più grosso dell’obiettivo stesso.
Proseguendo con l’analisi del contratto, si evince come gli scienziati operanti nella Biohub abbiano la possibilità di rendere le loro scoperte open-source, a condizione che la CZB approvi e che comunque siano di proprietà congiunta sia la CZB che delle università di provenienza degli scienziati. Il documento dice anche che tali scoperte possono essere brevettate, concesse in licenza a ricercatori o aziende esterne e commercializzate in altro modo.
Il documento non rivela come le entrate saranno ripartite tra le varie istituzioni. Se le parti entrano in una controversia su chi possiede una scoperta (brevettata o meno), questa sarà risolta da un avvocato terzo o in un arbitrato confidenziale.
Non tutte le politiche descritte nel documento vengono adottate alla lettera dal Biohub. Per esempio, il documento dice che quando gli scienziati vogliono pubblicare o presentare una ricerca e la ricerca è di proprietà sia del Biohub che di un'università, gli scienziati sono tenuti a lasciare che il Biohub esamini il loro manoscritto almeno 30 giorni prima, nel caso in cui il Biohub voglia brevettare o rimuovere informazioni riservate.
Alcuni esempi di invenzioni, ricerche o brevetti della Chan Zuckerberg Biohub?
Nel settembre 2019 alcuni ricercatori dell’Università di Stanford e della UCSF,[5] finanziati alla CZB, stavano lavorando allo sviluppo di un vaccino capace di eliminare i raffreddori o le infezioni delle vie respiratorie superiori non correlate all'influenza. La cura della malattia infettiva più comune al mondo, che costa all'economia statunitense parecchi miliardi di dollari all'anno, apre così le porte al mercato dell’assistenza sanitaria che vale circa 3,5 trilioni di dollari.[6]
Uscendo dal comparto vaccini, proprio il 20 ottobre 2020 in piena emergenza Covid19, in tutte le 12 contee della grande Bay Area californiana, è partito uno studio pilota noto come CATCH - Community Alliance to Test Coronavirus at Home.[7] Il progetto ha come scopo di monitorare la diffusione di Sars-Cov-2 e sviluppare uno kit di self-testing. Al progetto partecipano la Chan Zuckerberg Biohub, Gates Ventures, l'Università di Washington, Microsoft Research e altre istituzioni pubbliche e private oltre che il supporto consultivo dell’onnipresente Bill & Melinda Gates Foundation. Il risultato di questa ricerca può essere utilizzato anche dai dipartimenti di sanità pubblica e dai datori di lavoro di tutto il mondo, portando sia un contributo ma anche un enorme quantitativo di soldi.
Potremmo continuare per molto ancora ad elencare i progetti di ricerca della Chan Zuckerberg Biohub che hanno avuto o che avranno un potenziale ritorno economico spropositato, basterebbe pensare che la no-profit finanziatrice, la CZI, ad oggi detiene un capitale, quello derivato dal 99% delle azioni Facebook donato dalla coppia Zuckerberg, che ad agosto 2020 superava gli 80 miliardi di dollari.[8]
Torniamo alla definizione di conflitto di interessi: “Il conflitto di interessi è una condizione giuridica che si verifica quando viene affidata un'alta responsabilità decisionale a un soggetto che ha interessi personali o professionali in contrasto con l'imparzialità richiesta da tale responsabilità, che può venire meno a causa degli interessi in causa".
Ora, permetteteci di fare i maliziosi utilizzando la definizione iniziale di conflitto di interessi e analizziamo uno scenario fantasioso:
Una pagina Facebook qualsiasi, prendiamo un nome inventato come The HighWire Del Bigtree, con milioni di utenti che la seguono, vede chiudersi il canale di comunicazione poiché non conforme alle policy aziendali del social. I motivi di queste violazioni possono essere svariati, come porre dubbi magari sui test per il Covid19, o peggio, osare parlare e far parlare medici contro l’obbligo vaccinale e magari evidenziando anche danni derivati dalle vaccinazioni. Queste pagine non incitano all’odio, non violano leggi statali americane e, da ciò che ci risulta, neppure leggi di altri stati. Non divulgano contenuti illegali, pongono solo dubbi ma questi dubbi, che possono anche urtare la sensibilità di altre persone che comunque restano libere di non seguire, vanno in contrasto con delle policy di un’azienda privata il cui presidente e amministratore delegato ha specifici interessi economici in netto contrasto con le opinioni espresse dalla pagina censurata.
Voi questa la chiamate censura? Perché noi, forse meno intellettualmente sofisticati ma più pratici, ci vediamo solo del banale conflitto di interessi.
[1] https://www.facebook.com/zuck/videos/10103120865133051/?hc_ref=PAGES_TIMELINE
[3] https://chanzuckerberg.com/
[4] https://www.buzzfeednews.com/article/stephaniemlee/chan-zuckerberg-biohub-contract
[5] https://med.stanford.edu/news/all-news/2019/09/in-human-cells-and-mice-a-cure-for-the-common-cold.html
[6] https://www.aboutpharma.com/blog/2020/03/09/amazon-vuole-sviluppare-un-vaccino-contro-il-raffreddore/
[7] https://news.microsoft.com/innovation-stories/stanford-vera-cloud-testing/
[8] https://www.washingtonpost.com/technology/2020/08/16/chan-zuckerberg-initiative-black-employees/