Comunicato Stampa, 20 giugno 2019
In merito al "commento" dell'esimia signora Eugenia Tognotti, dottoressa in scienze politiche, sarebbe opportuno far presente a lei - e a tutti quelli che parlano di altrui drammi con l'umanità di un calcolatore e senza evidentemente pensare per un attimo che si sta parlando di tragedie familiari realmente avvenute e di famiglie che hanno perso i loro figli - che se un bambino muore dopo una vaccinazione a causa, come lei dice "di una immunodeficienza congenita" è da ipocriti assolvere il vaccino: trattasi evidentemente di una morte causata dalla reazione a QUEL farmaco o meglio vaccino.
Parlare di "immunodeficienza congenita" per giustificare una morte è come dire che non si poteva far altro, la questione era inevitabile e bisogna accettare sia andata così.
E allora, cara signora, dovremmo tutti arrivare alla conclusione che ogni morte dovuta a malpractice medica o a reazioni avverse a medicinali siano imputabili ad una "non adeguatezza del paziente al trattamento subìto" - è colpa del paziente? Arriveremo a questo? - anziché al trattamento stesso che non era compatibile con quella vita; inoltre, se a questa morte ne segue a stretto giro un'altra, sempre nella stessa famiglia e sempre per lo stesso motivo, accompagnata dall'invalidità permanente di un terzo figlio, evidentemente c'è qualcosa di molto molto grave che viene omesso da parte dei medici nel valutare la causa della morte e lo stato di salute dei vaccinandi, vista la familiarità e la tragedia avvenuta poco prima.
È evidentemente implicito che, stando così le cose, sia del tutto fuori luogo definire i vaccini sicurissimi sempre, soprattutto visto che la IV fase di sperimentazione avviene dopo la messa in commercio e dipenderebbe da una attenta farmacovigilanza condotta con doverosa imparzialità, cosa gravemente inficiata dall'atteggiamento negazionista di tanti medici e professori frequentanti salotti tv e pagine di giornale. Semmai bisognerebbe dire che sono sicurissimi per chi li sopporta, per quegli organismi che non hanno patologie latenti le quali, guarda caso, non vengono mai indagate prima della vaccinazione (la famosa "inutilità dei test prevaccinali").
Ne consegue che queste argomentazioni sono pretestuose ed offensive, come lo è l'odierna moda di additare come ignoranti o somari le persone scettiche alla pratica delle vaccinazioni di massa come oggi concepite, e soprattutto è offensivo additare come falso storico una storia vera e tragica. Come lo è chiedere di correggere una targa commemorativa che è lì come monito e memoria e dovrebbe assolvere a questa funzione proprio presso la classe medica che oggi si arroga il diritto di insultare, negando i danni e morti da vaccino.
Ringraziamo la signora Eugenia Tognotti per essersi fatta portavoce di tutta questa becera arroganza manifestata ad oltranza calpestando ogni regola di decenza, nel trattare uno dei più famosi casi di malasanità che ha portato alla morte di due bambini e causato la definitiva invalidità di un terzo, tutti figli del compianto Giorgio Tremante, che oggi non è più qui per poter replicare, il quale alla medicina si era affidato nonostante tutto, e che ha speso il resto della sua vita a rendere giustizia chiedendo verità per i suoi figli e per i figli di tutti.
Associazione Corvelva
Comunicato Stampa: CORVELVA-Comunicato-20giu2019.pdf