Questo report è molto tecnico, rivolto soprattutto per "addetti ai lavoro" ma consigliamo di visionare l'intero documento, che trovate nel link in fondo all'articolo, dove abbiamo cercato di spiegare in modo semplice i motivi per cui lo studio delle quasispecie è di così grande importanza. Esso permette di valutare vari aspetti:
- se i virus contenuti in un vaccino sono in grado di mutare tra un lotto e l’altro in maniera incontrollabile,
- se nel suo insieme la popolazione di mutanti può contenere dei virus in grado di revertire e infettare il vaccinato,
- se tale popolazione può agire determinando una pressione selettiva sull’ambiente causando un’inevitabile resistenza al vaccino.
Cosa abbiamo trovato?
Dai primi risultati dell’analisi del genoma dei virus vaccinali contenuti in due lotti di Priorix Tetra è confermato quanto segue:
- È stato possibile sequenziare i virus della varicella (virus a DNA), della parotite e del morbillo.
- Il virus della rosolia non era in quantità sufficiente da poter essere sequenziato.
- Dei tre virus sequenziati, il virus del morbillo non era in quantità sufficiente da poter studiare la presenza delle popolazioni di mutanti.
Ne segue che sono stati studiati in maniera approfondita i virus della varicella e della parotite. I risultati confermano i dati di letteratura che riportano la presenza di quasispecie per entrambi i virus.
Nel genoma della varicella vaccinale sono state individuate 245 varianti rispetto al genoma di riferimento utilizzato per l’analisi (genoma selvatico del ceppo Dumas). Di queste varianti, 154 sono varianti ‘maggiori’ rispetto al virus selvatico supportate dalla totalità delle sequenze che coprono il sito polimorfico, mentre le restanti 91 sono varianti minori (minority variants) cioè siti che mostrano, rispetto al genoma di riferimento, una mutazione con frequenza inferiore al 100% (generalmente tra l’1% e l’80%).
Dal confronto tra le varianti trovate nei due lotti non emerge alcuna differenza, questo perché la varicella è un virus a DNA con minore frequenza di mutazione.
Nel genoma vaccinale della parotite sono state individuate 40 varianti minori rispetto al genoma di riferimento utilizzato per l’analisi (genoma vaccinale Jeryl-Lynn), la maggior parte localizzate nel gene-NP (proteina del nucleocapside) e aventi impatto basso sulla proteina (varianti sinonime, cioè che non portano ad un cambio amminoacidico) o moderato (varianti ‘missense’ cioè che portano ad un cambio aminoacidico, ovvero a mutazioni non sinonime) nella proteina codificata.