Le Comunicazioni

Due pesi e due misure sui diritti dei bambini? Lettera al Corriere

Due pesi e due misure sui diritti dei bambini? Lettera al Corriere

email inviata al direttore del Corriere della Sera - Testo inviato come "lettere alla redazione"

Scrivo dopo aver letto le parole di Alberto Villani, presidente SIP, pubblicate all'interno di un vostro articolo in data 4 febbraio 2020, relativamente all'allarmismo scatenato dal coronavirus e dalla sua diffusione - peraltro limitatissima in Italia.
L'esimio Villani si esprimeva nel merito della "psicosi coronavirus" che sta portando con sé suggestioni ed episodi di emarginazione nei confronti dei bambini di nazionalità cinese.
Lo stimato professionista si è lanciato senza timore in difesa del diritto all'inclusione, della necessità di tutelare i bambini in presenza di un rischio (solo) teorico che non giustificherebbe, a suo dire, l'esclusione dei bambini dalle scuole. "I bambini sarebbero ingiustamente danneggiati per un rischio teorico", ha sentenziato.

Ciò che vorrei sottolineare è che lo stesso Villani è stato uno dei maggiori sostenitori della legge sull'obbligo vaccinale, legge che prevede l'esclusione permanente, dalle strutture educative, di decine di migliaia di bambini sani non vaccinati.

villani corriere
Un bambino non vaccinato è portatore di malattie? No, è semplicemente un bambino come gli altri, sano, che non ha assunto un farmaco in via preventiva. Non è malato e non è un untore. Più rischio teorico di questo, non saprei proprio cosa possa esserci.
Ora mi chiedo, ma soprattutto VI chiedo: dove sta la coerenza? Tutti questi paladini dell'inclusione dov'erano ieri e dove sono mentre decine di migliaia di famiglie chiedono gli stessi diritti e le stesse attenzioni sociali per i loro figli?

Caro Villani, se "le Asl sono in grado di prevenire sul nascere situazioni di pericolo" e se "succede periodicamente per tubercolosi e meningite", può cortesemente, con la coerenza che la contraddistingue, spiegarci come il medesimo ragionamento NON possa valere per i bambini (italiani, stranieri, non ha alcuna importanza), sani, che non possono frequentare le loro scuole? Bambini che, da un giorno al successivo, a decine di migliaia, hanno dovuto lasciare ambienti a loro familiari, amici, compagni, maestre, come degli appestati untori, sotto il plauso di istituzioni come quella che Lei rappresenta?
Lo chiedo nel nome dell'autorevolezza che vi si riconosce. Non è forse vero che l'unica differenza la fa la disponibilità o meno di un vaccino? E che questo vale per il coronavirus, tanto quanto per tutte le altre decine di malattie - batteriche e virali - che sono comuni nella popolazione pediatrica italiana sempre e da sempre? malattie tipiche dell'infanzia per le quali non esiste un vaccino...

Dove sta la coerenza in tutto questo? Perché nessuno si leva a tutela dei diritti dei bambini quando la discriminazione si abbatte su coloro che non si sono sottoposti alla somministrazione di 10 vaccini? La psicosi coronavirus va (giustamente) rifuggita, la psicosi-novax invece, creata e strumentalizzata ad arte, va bene? La caccia-al-cinese è un rischio sociale, la caccia-al-novax sta bene a tutti? Nell'interesse di chi?

Nassim Langrudi - associazione Corvelva Aps

 

 

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