In questi giorni ci state rivolgendo molte richieste di aiuto/consiglio a proposito della necessità di produrre un rifiuto scritto alla somministrazione del vaccino anti-Covid19.
Di fatto le richieste si somigliano tutte, anche perché la modulistica è quella proposta a tuti gli operatori sanitari, socio sanitari, ed ai dipendenti di strutture sanitarie o RSA (anche dipendenti amministrativi-impiegatizi).
Iniziamo col dire che non esiste una normativa che costringe il dipendente ad esplicitare il suo rifiuto a sottoporsi alla vaccinazione, a quanto ci consta. Di fatto, la vaccinazione è facoltativa, anche se fortemente raccomandata per gli operatori di questo settore.
Aggiungiamo che le strutture si rifanno a circolari regionali e/o ministeriali che riguardano la necessità di organizzare dal punto di vista logistico le forniture e la somministrazione dei vaccini in questi luoghi; le circolari hanno senz'altro un valore amministrativo ma non menzionano obblighi per le persone interessate.
Cosa succede se non riconsegno il modulo? Posso rifiutarmi/possono obbligarmi?
Questa è la principale domanda che ci viene rivolta e ne abbiamo discusso anche con il legale di nostra fiducia, arrivando alla conclusione che non risultano atti o norme che obblighino i soggetti coinvolti a riconsegnare il modulo proposto.
Non ci sono nemmeno conseguenze previste a seguito della mancata riconsegna né intese come sanzioni pecuniarie né disciplinari e qualsiasi minaccia o intimidazione in questo senso è da ritenersi illegale.
Se anche è vero, come ci risulta, che i moduli proposti non riportano alcun tipo di conseguenza o assunzione di responsabilità legata al rifiuto alla vaccinazione, la nostra posizione è quella che tutela sempre prioritariamente la privacy dell'individuo nonché il diritto a non aderire ad una campagna vaccinale, perdipiù non obbligatoria e, ricordiamo, sperimentale.
Pertanto quello che possiamo dire è che non risulta obbligatorio aderire a questo tipo di proposta, nemmeno limitatamente alla consegna di un modulo di dissenso o rifiuto.
Ciò significa che è vostro diritto a livello legale non consegnare quanto richiesto, pur non ravvisando particolari problematiche e conseguenze nel caso si decida di farlo.
Questo ovviamente allo stato di cose odierno, che come vediamo può mutare in maniera repentina.
Nel caso in cui si verificassero situazioni ai limiti della legalità (intimidazioni o minacce di conseguenze sul lavoro, lesione della privacy, mobbing o altro) facciamo presente che noi non siamo in grado di offrire un tutela a livello legale ma potremo darvi il riferimento dello studio legale di nostra fiducia per un consulto privato.
Nella speranza di aver fatto un minimo di chiarezza per quanto la situazione lo consenta, ricordiamo che siamo semplici genitori che cercano di offrire agli utenti dell'associazione una lettura e dei consigli, nei limiti delle nostre possibilità.
Staff Corvelva