Con queste analisi siamo arrivati alla conclusione dello screening di primo livello del vaccino Hexyon
Punti focali dei risultati
Analisi del DNA:
- DNA proveniente dalle colture batteriche utilizzate per la produzione delle tossine (difterite, tetano e pertosse) e degli antigeni dell’Haemophilus influenzae B: questo DNA è immunogeno ed è in grado di stimolare la formazione di citochine infiammatorie e quindi contribuire ad una consistente infiammazione sia nel sito d’iniezione che sistemica. Si pone il quesito se tali frammenti siano potenzialmente in grado di causare reazioni autoimmuni e integrarsi nel DNA umano causando mutazioni. Poiché è presente nel vaccino anche alluminio adiuvante, con molta probabilità questi frammenti sono legati all’alluminio, che ne protegge la degradazione potenziandone l’effetto biologico e tossicologico, ancora largamente sconosciuti.
- DNA di scimmia Cercopithecidae: questo DNA può essere derivato dalle cellule Vero, cioè immortalizzate. Questo DNA si trova in tracce ed è degradato, quindi non dovrebbe essere in grado di integrarsi nel DNA ospite. Resta il fatto che la sua presenza è una prova della reazione incompleta della formaldeide e glutaraldeide sul materiale genetico, che dovrebbe essere invece completamente distrutto, e la presenza dell’alluminio, come per l’altro materiale genetico, puó renderlo stabile alla degradazione nel tempo, ampliando i potenziali effetti tossici.
Analisi dei Virus avventizi:
- Fagi: fago del tetano (Clostridium phage phiCT453A). Può potenzialmente causare malattie autoimmuni, soprattutto se legato all’alluminio.
- Vettori utilizzati per il clonaggio, tra cui il vettore dell’SV40: questi sono frammenti di RNA che provengono con molta probabilità dal processo di produzione dell’antigene dell’epatite B NB: in questo caso l’SV40 non è il virus avventizio che si trovava nel vaccino della polio attenuato, ma un vettore utilizzato normalmente per la ricombinazione genetica per la produzione di vaccini ingegnerizzati. La tossicologia di questi frammenti non è nota ma, se sono utilizzati per integrare frammenti di materiale genetico, potrebbero anche loro integrarsi nel DNA ospite. Poiché la quantità è molto ridotta l’effetto biologico non è impossibile da definire.
Resta sembra l’impossibilità di definire la tossicità di questa contaminazione legata all’alluminio.
Analisi dell’RNA:
- RNA proveniente dalle colture batteriche utilizzate per la produzione delle tossine (difterite, tetano e pertosse) e degli antigeni dell’Haemophilus influenzae B: vale quanto detto sopra per il DNA. In realtà si tratta di DNA ed RNA batterici parzialmente degradati per l’effetto della formaldeide, e quindi non è possibile da questi dati comprendere se sono in grado di integrarsi nel DNA, mentre è molto probabile che siano in grado di causare infiammazione persistente e autoimmunità.
- RNA di scimmia: l’RNA potrebbe essere in grado di formare proteine, ma queste non sono state rilevate in spettrometria di massa (o perché sotto il limite dei nanogrammi, o perché legate all’alluminio e quindi non sequenziabili e non identificabili, o perché questo RNA non è funzionante). Come per l’RNA batterico può legarsi all’alluminio e causare autoimmunità e infiammazione.
- Poliovirus 1 e 2: si suppone che siano disattivati dalla formaldeide e quindi non infettivi, tuttavia vale sempre il quesito: legati all’alluminio possono risultare neurotossici? Nella scheda tecnica di scrive che la potenza del poliovirus è definita dall’efficacia dell’antigene D. La risposta ricevuta da EMA (sempre in riferimento alle nostre prime analisi di agosto 2018) fa capire che non si dovrebbero più riscontrare i genomi dei virus.
Conclusioni
Nel complesso questa analisi ci dice che rispetto all’Infanrix hexa (l'altro esavalente analizzato) il trattamento con formaldeide è molto più blando, ed è presente materiale genetico proveniente dalle colture di partenza, che non dovrebbe proprio esserci. Questo può comportare un potenziale rischio per autoimmunità, infiammazione locale e sistemica, mutazioni genetiche.
Bibliografia
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Download: CORVELVA-Report-analisi-metagenomiche-su-Hexyon.pdf